
Perché Stefano Milani ha lasciato le banche: il trader che rifiuta i compromessi del sistema finanziario
Dopo quasi dieci anni come consulente finanziario, dal 1993 al 2002, Stefano Milani ha scelto di lasciare il mondo bancario per seguire una visione più libera, meritocratica e trasparente del rapporto con gli investitori.
Per molti professionisti della finanza, la carriera in banca rappresenta un traguardo: stabilità, riconoscimento e accesso a strumenti di primo livello. Per Stefano Milani però, quella stessa struttura si è progressivamente trasformata in un limite.
Prima di diventare co-founder della realtà di trading Rivincita Finanziaria, dal 1993 al 2002 ha lavorato come consulente finanziario all’interno di importanti istituti italiani, vivendo da vicino l’evoluzione di un settore in rapida trasformazione. Col passare degli anni, ha iniziato a percepire una distanza crescente tra ciò che considerava il miglior interesse dei clienti e le logiche interne che regolavano la distribuzione dei prodotti.
“Ho sempre creduto che il compito principale di un consulente fosse comprendere a fondo le esigenze delle persone,” spiega Milani. “Ma spesso mi trovavo a lavorare in un contesto molto orientato agli obiettivi commerciali, e meno alla personalizzazione reale delle strategie d’investimento.”
Non si tratta, precisa, di mancanza di professionalità nel sistema bancario — ma di una differenza di visione. Milani cercava un modo di lavorare basato sulla libertà analitica, sull’assenza di conflitti d’interesse e sulla possibilità di scegliere gli strumenti migliori per ciascun cliente, indipendentemente da vincoli interni.
“Non c’era nulla di sbagliato, semplicemente non era più il mio modo di intendere la finanza,” racconta. “Volevo un modello in cui la competenza venissero prima delle politiche di prodotto.”
Nel 2002 decide così di cambiare strada, intraprendendo un percorso da trader indipendente. Una scelta rischiosa, ma coerente con la sua visione.
Negli anni ha costruito una struttura che unisce esperienza, tecnologia e metodo, mantenendo tre principi chiave:
- Indipendenza. Nessun vincolo commerciale, solo analisi e strategia.
- Competenza. Ogni decisione parte dallo studio dei dati, non da mode o pressioni esterne.
- Trasparenza. Risultati verificabili, comunicazione chiara, relazioni durature.
Oggi, dopo oltre trent’anni di esperienza, Milani guarda a quel periodo con equilibrio:
“Le banche restano fondamentali per l’economia, ma chi sceglie di operare in autonomia trova in quella libertà la possibilità di esprimere fino in fondo il proprio metodo e la propria etica professionale.”
Un approccio sobrio e coerente che, nel tempo, ha reso Stefano Milani un punto di riferimento per chi vede nel trading non una scorciatoia, ma un mestiere fatto di disciplina, consapevolezza e responsabilità.